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Ryanair, Filt Cgil: «Verificare reali cause cancellazione dei voli»

Allo stato attuale – scrive il sindacato –, risulta poco credibile che Ryanair, che non applica alcun contratto o regolamento aziendale, si accorga d’improvviso che debba porre, senza alcun ritardo, in ferie parte del proprio personale.


«Le notizie fornite da Ryanair e quelle emerse dalla stampa dovrebbero indurre gli enti di controllo a un'efficace e immediata verifica di quali siano le reali cause che stanno portando alla cancellazione di parte dell’operativo nazionale». Lo scrive la Filt Cgil in una lettera indirizzata al presidente dell’Enac, Vito Riggio, e al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio.

«Allo stato attuale – scrive il sindacato –, risulta poco credibile che Ryanair, che non applica alcun contratto o regolamento aziendale, si accorga d’improvviso che debba porre, senza alcun ritardo, in ferie parte del proprio personale. La stessa dizione di ferie, non avendo alcuna possibilità di verifica delle condizioni di lavoro, spesso legate a società interinali estere, o all'apertura di partita Iva, ci appare surreale».

«Si acquisiscano – chiede ancora nella missiva la Filt – le modalità di utilizzo del personale nelle basi nazionali e sotto quali forme è regolato il rapporto di lavoro. Oltre a un incontro immediato, si verifichi se la cancellazione dei voli sia dovuta non a ferie, bensì al possibile superamento dei limiti d'impiego del personale, fatto che configurerebbe quanto avvenuto in tutt’altra luce».

 

«Sappiamo fin troppo bene quanto Ryanair sia ostile al dialogo con i sindacati: che sia scoppiato il caso ferie non ci sorprende per niente, quella è materia di negoziazione interna che nell’azienda irlandese è pari a zero. La gestione del personale doveva esplodere, prima o poi». Così Marco Sala, segretario generale della Filt Cgil di Bergamo, commenta i gravi problemi di gestione dei voli che Ryanair vive in questi giorni. Per anni il sindacato ha tentato di avviare una trattativa sindacale e la stessa sindacalizzazione dei lavoratori di O’Leary nello scalo di Orio al Serio, così importante per il traffico della compagnia low cost.
 
«Pochissimi sono i piloti dipendenti diretti», prosegue il sindacalista, ricordando i contatti avuti con diversi di loro, che sempre chiedevano discrezione, evitavano di tesserarsi, timorosi di perdere il posto. «Chi è iscritto al sindacato non è ben accetto in Ryanair. La compagnia attira piloti giovani che inquadra - si fa per dire - con contratti ‘a tratta’, pagati a ore o a voli. Ma attenzione, non tutte le low cost si comportano in questo modo: altre compagnie applicano la contrattazione aziendale, discutono con le organizzazioni sindacali e hanno piloti dipendenti a tutti gli effetti. Invece in Ryanair si lavora con contratti stipulati individualmente e sulla base di una normativa irlandese molto libera. Così, quando i lavoratori della compagnia irlandese vengono nei nostri uffici a chiedere spiegazioni è anche difficile dare risposte e soluzioni perché la normativa di riferimento non è italiana, anche per chi vola in Italia».
 
Ora che vengono annunciati tagli di voli a centinaia e migliaia di persone restano a terra – secondo il dirgente sindacale –, è utile fare anche un’altra riflessione: «Rispetto al traffico dello scalo di Orio e all’impatto che l’aeroporto ha sulla città, spesso si punta il dito sul settore merci: ancora una volta, ricordiamo che sul totale dei 165 ‘movimenti’ quotidiani a Orio (cioè decolli e atterraggi - dato relativo al mese di luglio), meno di una ventina riguarda i cargo e di questi solo la metà è notturna. Ora, in questo frangente, mi pare davvero importante sottolineare che  il traffico merci dà lavoro a 800 persone, quasi tutte assunte in Dhl e Ups in maniera stabile, a tempo indeterminato, con stipendi, regole e tutele previste dai contratti nazionali. L’occupazione a zero tutele di Ryanair, invece, è tutt’altra cosa. Si tenga sempre in mente, quando si accusa il traffico merci di essere la causa di tutti i mali dello scalo».

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