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Pensioni, una vertenza non chiusa

Lo studio Cgil: il risparmio di risorse realizzato sulle prestazioni di Ape sociale e ‘precoci’ nel 2017 è addirittura superiore a quanto il Governo ha deciso di destinare complessivamente al capitolo Previdenza nel prossimo triennio


Il risparmio di risorse realizzato sulle prestazioni di Ape sociale e ‘precoci’ nel 2017 è addirittura superiore a quanto il Governo ha deciso di destinare complessivamente al capitolo Previdenza nel prossimo triennio. Da uno studio realizzato dalla Cgil si evince che nel 2017 si avrà un risparmio di risorse non utilizzate per Ape sociale e ‘precoci’ pari a oltre mezzo miliardo di euro, mentre il Governo prevede un intervento triennale pari a 300 milioni di euro. Il numero di domande accolte per Ape sociale e ‘precoci’ è molto inferiore a quello che era stato preventivato: 31.290 domande anziché le 60.000 ipotizzate, pari al 52,15% del totale previsto”.
Lo studio sulle pensioni è disponibile sul sito della Cgil nazionale: http://www.cgil.it/ape-sociale-precoci-cgil-nel-2017-inutilizzati-504-mln-saranno-persi-modificare-legge-bilancio-allargare-platea/

Ma non c’è solo l’Ape. Dal palco di piazza del Popolo, a conclusione della mobilitazione nazionale del 2 dicembre scorso la leader della Cgil, Susanna Camusso, aveva già annunciato l’impegno di tutta la Confederazione “per cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo e occupazione, per garantire futuro ai giovani”. “Bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione, garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani, superare la disparità di genere e riconoscere il lavoro di cura, garantire una maggiore libertà di scelta ai lavoratori su quando andare in pensione”. E ancora, “favorire l’accesso alla previdenza integrativa” e “garantire un’effettiva rivalutazione delle pensioni”. Ma le motivazioni della mobilitazione non si fermano alla previdenza, il sindacato di corso d’Italia chiede anche di “cambiare la legge di bilancio per sostenere lo sviluppo e l’occupazione”, di “estendere gli ammortizzatori sociali”, di “garantire a tutti il diritto alla salute” e di “rinnovare i contratti pubblici”.

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