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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Lavoratori allo stremo, si fermano le guardie giurate

Sciopero nazionale, con manifestazione a Roma, degli addetti alla vigilanza privata. Tra loro anche una delegazione della Filcams Cgil bresciana. Il contratto è scaduto da due anni e mezzo, le proposte delle aziende "sono volte - spiega la Filcams Cgil - a ridurre diritti e garanzie ora previsti dal ccnl". La galleria fotografica


Il contratto è scaduto da oltre due anni e le proposte dei datori di lavoro puntano decisamente a ridurre diritti e garanzie. Per le guardie giurate italiane la misura è piena: da qui la decisione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di proclamare per oggi (venerdì 4 maggio) lo sciopero generale di 24 ore del settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari per rivendicare il diritto al rinnovo del ccnl e per condizioni normative e salariali dignitose. In concomitanza con lo sciopero anche una manifestazione nazionale a Roma in piazza Santissimi Apostoli.

“Lo sciopero generale è l’unico ed estremo atto di contrasto alle posizioni delle associazioni datoriali, volte a ridurre drasticamente diritti e garanzie attualmente previsti dal ccnl, scaduto il 31 dicembre 2015” spiega una nota della Filcams Cgil nazionale. L’elenco delle richieste sottoposte ai sindacati da istituti e imprese “contiene elementi che, se fossero accolti, farebbero retrocedere le condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori del settore di decenni”.

Nonostante le esigenze di sicurezza siano in aumento, rimarcano i sindacati, la tendenza diffusa “è quella di contenere il costo del lavoro con gare sempre più al ribasso, indette persino dalla pubblica amministrazione, e corrispettivi inferiori alla retribuzione oraria prevista dal contratto nazionale. Così la concorrenza sleale si scarica sulla pelle dei lavoratori, nel ‘silenzio’ delle autorità competenti”. Per Filcams, Fisascat e Uiltucs la sicurezza “si garantisce solo se gli addetti della vigilanza privata possono lavorare in condizioni dignitose e consone al rischio che devono prevenire, con un salario giusto e dignitoso”.

Ma cosa chiedono le imprese? L’estensione a 45 ore dell’orario normale di lavoro per le guardie impiegate nei servizi di vigilanza fissa, l’abbattimento della durata oraria settimanale minima del part-time, la riduzione del periodo di comporto utile ai fini della conservazione del posto di lavoro, la compressione delle modalità di fruizione dei permessi della legge 104/92 e il superamento della copertura economica dei primi tre giorni di assenza per malattia. Tutti elementi, argomenta la Filcams, orientati a “spogliare le lavoratrici e i lavoratori di tutele, garanzie e diritti conquistati a prezzo di sacrifici, lotte e mobilitazioni”.

Infine, sul tema del cambio di appalto, posto con forza dai sindacati “alla luce dei problemi vissuti in questi ultimi anni, la risposta consegnataci – scrive la Filcams – antepone una pregiudiziale legale che indebolirebbe ancor di più le tenui tutele esistenti”. Da qui, dunque, la decisione di indire per oggi una giornata di mobilitazione nazionale, allo scopo di “rimuovere la cortina di silenzio e di disattenzione che caratterizza costantemente ciò che accade a una categoria quanto mai essenziale per garantire condizioni di sicurezza reale presso contesti e ambiti operativi contraddistinti da indici di rischio assai elevati”.

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