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Brescia, lavoratrici appalti scolastici: sabato 19 nuova assemblea

All'incontro sono stati invitati i parlamentari e i consiglieri regionali bresciani. Le delegate intanto si raccontano: il resoconto del quotidiano Bresciaoggi durante un volantinaggio di sensibilizzazione davanti a una scuola primaria


Per le lavoratrici degli appalti scolastici si annuncia un'altra estate senza reddito. Le lavoratrici che operano negli appalti scolastici sono infatti le uniche lavoratrici prive di qualsiasi sostegno al reddito (neppure gli assegni famigliari) quando involontariamente sono senza lavoro, ovvero ogni estate da luglio a settembre. Da tempo è in atto una mobilitazione con l'aiuto dei sindacati per porre fine a questa discriminazione e sabato 19 maggio ci sarà una nuova assemblea in città. 
In allegato il volantino di convocazione dell'assemblea (alla quale sono stati invitati i parlamentari e i consiglieri regionali bresciani) e i dettagli sulla vicenda in corso.

* Ultimo stipendio intero a giugno, prossimo stipendio intero il 15 novembre. In mezzo niente, nei tre mesi estivi, né soldi, né contributi, né ammortizzatori. È il cosiddetto contratto a tempo indeterminato, part time verticale ciclico, delle lavoratrici addette alle mense, alle pulizie, o assistenti alla persona per i disabili nelle scuole, dipendenti da cooperative e aziende a cui le amministrazioni appaltano tali servizi. Sono 100mila in Italia, 10mila in Lombardia, più di 500 solo a Brescia città. «Siamo diverse da tutti i lavoratori, discriminate nei diritti, siamo in un limbo», lamentano. Al massimo hanno incarichi di 20 ore settimanali e retribuzione fino ai 600 euro. Non versando 52 settimane, devono lavorare 50 anni per averne 40 di contribuzione. In città dipendono da otto cooperative, alle quali si sommano quelle della provincia con appalti dai vari Comuni. Non è illegale, ma è giusto? Se lo chiedono i sindacati che hanno organizzato un'assemblea per le 14.30 di domani nella sede della Cisl in via Altipiano d'Asiago. Se lo chiedono, ma si rispondono subito negativamente, le persone in questione. Per esempio Riccarda Bertoletti che, sola con due figli, ha dovuto andare a vivere col padre ottantenne in una casa Aler. «Dove però l'affitto si paga anche d'estate, come le bollette», dice. O Serenella Cavalli, 25 anni di lavoro, che ha il marito in pensione e due figli, di cui uno all'università, l'altro con un precariato da due ore e mezza. «Per farcela occorrono i prestiti. Quando i ragazzi andavano a scuola era un problema con i libri di testo e il materiale da comprare», rincara. E Nadia Cima che tira un respiro di sollievo solo ora che i due figli lavorano, oltre al marito. «Il nostro pur piccolo contributo mensile aiuta a tirare avanti la famiglia, a onorare il mutuo della casa, non è per pagare il parrucchiere o il vestitino. Oggi nel mercato del lavoro non ci sono alternative: se cerchi, neppure ti rispondono», sottolinea. Claudia Zonno ha solo 29 anni, però lavora nel settore già da otto. «Per l'estate ho trovato un supporto il sabato e la domenica, intanto sgobbo sette giorni su sette. Il mio compagno ha un'occupazione ma le entrate devono essere due per vivere, anche senza una frivolezza», aggiunge. Ieri, con i rappresentanti sindacali di categoria, un gruppetto ha volantinato alla primaria Arici di Mompiano come già fatto in altri istituti. Le richieste vanno ai Comuni che appaltano, alla Regione ma soprattutto al Governo futuro perché recepisca una direttiva europea e le sentenze in tema di pensione. Già sono stati vinti alcuni ricorsi contro l'Inps per il non conteggio dei mesi di blocco; sono 2.250 ad avere dato mandato ai sindacati per il ricorso, 300 a Brescia. «Se non si vuole costringere l'ente a sborsare euro inutili per cause perse, a Roma devono risolvere la situazione anomala di queste lavoratrici», sostengono Demetrio Barbagiovanni, Roberto Politano, Bruno Turra della Uil, Liliana Peroni della Cisl, Giorgio Ortolani della Cgil. Per questo domani sono stati invitati i parlamentari bresciani e rappresentanti sia del Pirellone che della Loggia. * articolo Bresciaoggi

 

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