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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Lavoro, quantità non fa rima con qualità

"Il tema della stabilità occupazionale, è opportuno ricordarlo, si collega a filo doppio a quello della sicurezza del lavoro (i lavoratori precari sono più soggetti a infortuni), a quello della produttività e dell'innovazione e, in ultimo, a quello della responsabilità sociale di impresa". L'intervento di Flavio Squassina (Segreteria Cgil Brescia)


 

Tutti i dati suggeriscono una parziale crescita dell'occupazione anche nel 2018: a livello nazionale lo registra l'Istat, a livello locale lo fa l'Aib nel rapporto sul lavoro in somministrazione diffuso nei giorni scorsi. Non c'è che da esserne lieti, i segnali di una parziale ripresa dopo anni disastrosi sul fronte occupazionale non possono che essere accolti positivamente. È però necessario chiedersi anche di che tipo di lavoro si stia parlando. È l'Istat stessa, infatti, ad avvertirci ad esempio (nell'audizione di pochi giorni fa in Commissione per il Documento di Economia e Finanza) che nel 2017 l’aumento degli occupati nella fascia 15-34 anni ha interessato solamente i dipendenti a tempo determinato, che l'occupazione giovanile si caratterizza sempre di più per un’elevata incidenza di lavoratori a termine. E che, rispetto al 2008, l’incidenza del lavoro a termine per i giovani è aumentata di nove punti percentuali (quella generale di quasi due punti). Ecco, il dato vero è che purtroppo i segnali di crescita occupazionale sono legati prevalentemente a percorsi di tipo precario. Che, nella gran parte dei casi, resta tale e solo in rare occasioni si trasforma in tipologie contrattuali più strutturate. Il lavoro somministrato dovrebbe avere parità di diritti per inquadramento e retribuzione, ma la realtà è non di rado diversa. I dati dicono che i somministrati, anche a parità di mansioni e orario, guadagnano meno dei compagni di lavoro assunti dall'azienda. Il mancato riconoscimento della parità di trattamento, sebbene non legale, è una pratica comune. Il Nidil Cgil, la nostra categoria dei lavoratori precari, tra le cause più frequenti che si ritrova a gestire c'è proprio la mancata applicazione del contratto nazionale per i lavoratori somministrati. Non solo, come ben sappiamo (e come era ampiamente prevedibile) la fine degli incentivi governativi ha portato a una stretta significativa nelle nuove assunzioni a tempo indeterminato. Solo alcuni esempi, utili a ricordare che il tema della qualità del lavoro e del reddito dignitoso sono problemi tutt'altro che risolti nell'Italia di oggi. Lavoro precario, salari bassi e disuguaglianza sono stati concausa della crisi degli ultimi anni e della crescita della disuguaglianza. Nell'ultimo decennio tale disuguaglianza è cresciuta. Questo dicono i dati e le ricerche ed è in questa chiave che bisogna leggere i dati della parziale ripresa occupazionale. Il tema della stabilità occupazionale, è opportuno ricordarlo, si collega a filo doppio a quello della sicurezza del lavoro (i lavoratori precari sono più soggetti a infortuni), a quello della produttività e dell'innovazione e, in ultimo, a quello della responsabilità sociale di impresa.

Flavio Squassina
segreteria Camera del lavoro di Brescia

 

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