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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Medtronic: la solidarietà del Vescovo. E domani l'incontro con Di Maio

Giovedì 28 giugno don Carlo Tartari in rappresentanza del Vescovo ha incontrato le lavoratrici e i lavoratori portando la solidarietà della Diocesi. Sabato il ministro Di Maio incontrerà i lavoratori.


"Negli occhi la determinazione di chi sta lottando per il proprio posto di lavoro e per la propria dignità. Queste sono le donne della Invatec – Medtronic che domani alle 15.30 incontreranno il ministro dello sviluppo, del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio. Il vice premier sarà accompagnato dall’ex parlamentare bresciano pentastellato Giorgio Sorial recentemente nominato responsabile dell’unità di crisi del Mise. «Dalle informazioni in nostro possesso – ha dichiarato Sorial – l’azienda è sana e non ci sono quindi le ragioni perché sposti la produzione e licenzi oltre 300 tra lavoratrici e lavoratori». Una premessa importante anche in visto dell’incontro romano tra ministero, vertici aziendali e rappresentanti sindacali in programma il prossimo 12 luglio. Un appuntamento dal quale i lavoratori attendono segnali positivi per continuare a nutrire l’ottimismo. Ed il primo «importante» passo è «sospendere l’esecutività dei passaggi già decisi con date e scadenze» ha sottolineato ieri guardando i volti delle donne del presidio a Torbole Casaglia il vicario del vescovo Tremolada, don Carlo Tartari". 


Riportiamo alcuni passaggi dell'intervento di don Carlo Tartari che nel pomeriggio di giovedì ha incontrato le lavoratrici e i lavoratori in presidio alla Medtronic, portando la solidarietà e la vicinanza di mons. Pierantonio Tremolada e della Diocesi:

"Con questa visita desidero esprimere la vicinanza del Vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada, attualmente in pellegrinaggio in Terra Santa. Fin da subito, saputo della grave situazione che lavoratori e lavoratrici della Invatec-Medtronic si trovano ad affrontare, il Vescovo voluto essere informato sullo sviluppo di questa grave crisi. 

Nella vostra faticosissima vicenda avete scelto di esprimere gesti di autentica solidarietà e collaborazione tra lavoratori e lavoratrici: non avete esitato a ridurre volontariamente l'orario di lavoro per limitare il più possibile ipotesi di licenziamenti da parte dell’azienda. Dall'altra parte colpisce la pervicace volontà di una ricerca esclusiva di una massimizzazione dei profitti che implica la dolorosa delocalizzazione dell’azienda.

Scopo dell’impresa, infatti, non è semplicemente la produzione del profitto, bensì l'esistenza stessa dell'impresa come comunità di uomini e donne che, in diverso modo, perseguono il soddisfacimento dei loro fondamentali bisogni e costituiscono un particolare gruppo a servizio dell'intera società. Il profitto è un regolatore della vita dell’azienda, ma non è l’unico. Ad esso va aggiunta la considerazione di altri fattori umani e morali che, a lungo periodo, sono almeno egualmente essenziali per la vita dell’impresa.

Prego con voi e per voi perché si riaprano le porte del dialogo, ci sia una costruttiva capacità di ascolto e che voi non siate soggetti a sentenze decise altrove senza alcuna considerazione del vostro vissuto e della vostra professionalità. Segnale importante in questa direzione sarebbe sospendere l'esecutività dei passaggi già decisi con date scadenze predeterminate e rivedere, con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, questo piano industriale nel quale a soffrire sono 314 famiglie.

Ci vorrà un di più di generosità, coraggio, passione, speranza e - per chi ci crede - anche il dovere di un di più di preghiera perché chi ha in mano le leve delle decisioni non si fermi alla freddezza dei numeri, ma sappia incontrare i vostri volti" 

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