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«Servizi pubblici ai privati, meno diritti per tutti»

Sabato 8 giugno la Roma la manifestazione unitaria del pubblico impego. Foto e video della delegazione della Fp Cgil Brescia sulle pagine social


“Non c’è bisogno di padri o di capitani. Abbiamo bisogno di buone politiche, di rispetto dei lavoratori, di un progetto per il futuro e di benessere sociale”. È con queste parole che Serena Sorrentino, segretario generale della Fp Cgil, ha concluso la manifestazione “Il futuro è servizi pubblici”, indetta assieme a Cisl Fp, Uil Pa e Uil Fpl, che si è tenuta oggi (sabato 8 giugno) a Roma. Un lungo corteo ha attraversato la città, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo, dove si sono tenuti i comizi conclusivi.

Il primo pensiero di Sorrentino è andato ai tanti lavoratori dei servizi pubblici morti sul lavoro. “Nel 2019 non si può morire di lavoro”, ha detto, rimarcando che “non si possono vedere negate le condizioni minime di tutela di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”. Il segretario ha ricordato anche le aggressioni ai lavoratori “in tutti quei servizi in cui si ha rapporto con i cittadini”, dovute al fatto che “la gente è esasperata dal disagio sociale, perché il personale manca e i servizi sono sovraffollati”. E ha continuato dando risalto alla particolare situazione dei vigili del fuoco, che “non sono assicurati dal sistema Inail e non hanno le stesse tutele dei dipendenti degli altri comparti pubblici”.

GALLERY SULLA PAGINA FACEBOOK DELLA FP CGIL BRESCIA

Alla totale mancanza di attenzione alla salute e sicurezza dei dipendenti pubblici, fa invece da contraltare “l’esaltazione del potere di controllo da parte delle aziende e delle amministrazioni sui lavoratori”. Sorrentino ha puntato l’indice sul ministro Bongiorno, che “con i provvedimenti sul controllo biometrico e sulla videosorveglianza ripropone un’idea vecchia e punitiva nei confronti dei lavoratori: tutto quello che interessa alle amministrazioni è la verifica della presenza e il potere di controllo sul lavoratore, non la sua attività, la sua retribuzione, il suo benessere, per i quali il governo non ha fatto nulla”. Tutto questo è solo “un modo per coprire la realtà dei fatti, quella di un governo che taglia la spesa sociale e non mette risorse su contratti e assunzioni”.

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