«Un viaggio "emotivamente devastante", sebbene in famiglia da sempre mi sia stato raccontato l'orrore dei campi nazisti». «La visita ai campi rimane un'esperienza che viene fatta in terribile solitudine, ma è importante che in questo viaggio - attorno a te - esista una comunità in cammino con cui condividere questo dolore, con cui poter testimoniare la vita, contrapposta a quell'orrore. Così abbiamo vissuto queste giornate: pensando, dormendo, cantando insieme». «Il vuoto e il silenzio di Belzec è stato più forte di tante parole. Questo viaggio è una lezione di storia, di fronte a un presente preoccupante».
Questi alcuni dei pensieri espressi ieri in Conferenza stampa in Sala giunta dagli studenti che hanno partecipato alla 13a edizione di Un Treno per Auschwtz. Riflessioni importanti, emozionanti e mature che hanno sintetizzato l'obiettivo del «Treno», nato con il desiderio di incoraggiare lo sviluppo «di una cittadinanza europea consapevole», come più volte ribadito dall'ideatrice e organizzatrice Lorena Pasquini - direttrice dell'archivio storico della Cgil - che in questi 13 anni ha «accompagnato per mano» oltre settemila ragazzi.
Nato nell’archivio Bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani con il sostegno convinto della Camera del Lavoro, fin dalla prima edizione del 2005, il Treno per Auschwitz ha saputo coinvolgere studenti, cittadini, lavoratori e pensionati. Ma a quasi quindici anni dalla partenza di quel primo progetto, concepito nel solco dell’istituzione della Giorno della Memoria del 2001, desta grande preoccupazione la constatazione di quanto il contesto politico e sociale sia cambiato e progressivamente degradato. Basta pensare alla cronaca di questi giorni: proprio mentre il treno bresciano era in viaggio, consentendo a 650 studenti di visitare i campi di Belzec e Auschwitz, in Italia abbiamo assistito ad un susseguirsi di fatti di cronaca allarmanti, a partire dall’esibizione di simboli nazisti e fascisti negli stadi ad accompagnare cori razzisti, passando dalla notizia che il Comune di Predappio ha negato i fondi al viaggio della memoria ad Auschwitz, e - in modo spudorato - ha giustificato questa scelta sostenendo che si tratta di un iniziativa “di parte”. Per arrivare infine alla gravissima notizia che Liliana Segre, vittima e testimone dell’Olocausto - nell’Italia del 2019 - debba temere per la propria incolumità, sia vittima di continui e reiterati attacchi volgari e violenti e sia costretta a viaggiare sotto scorta.
Di fronte a tutto questo è sempre più urgente che «Le nuove generazioni siano dotate di anticorpi per non precipitare in quell'orrore», ha concluso il sindaco Emilio Del Bono - affiancato dal presidente del Consiglio Roberto Cammarata e da Silvia Spera segretaria generale della Cgil - che ha elogiato la validità del progetto «per comprendere l'esigenza di un'Europa unita, sorta sulle macerie di quanto avvenuto. Il sogno di credere in popoli che, anziché distruggersi e disintegrarsi, si uniscono per un futuro di pace e prosperità, per un'Europa dei diritti».
LE FOTOGRAFIE DELL'EDIZIONE 2019