via Fratelli Folonari, 20 - Brescia Telefono 030.3729340
filcams CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Emergenza Covid-19: a Brescia nei settori Filcams già 1.400 richieste di ammortizzatori sociali.

Difficile la situazione per le aziende dei vari comparti Filcams. Un primo dato parziale, al 27 marzo scorso, indica già circa 1.400 richieste di diversi ammortizzatori sociali nel comprensorio di Brescia. Circa 15.000 i lavoratori coinvolti.


Era prevedibile, visti gli effetti devastanti dell’emergenza sanitaria nei vari comparti del terziario. Nel Bresciano, sono numerosissime le richieste di ammortizzatori sociali. Una richiesta che arriva in maniera trasversale: dalle micro imprese ai pubblici esercizi, così come da diversi grandi operatori del commercio e della moderna distribuzione organizzata.

Al 27 marzo scorso – il dato, dunque, è provvisorio e da rivedere al rialzo – erano già 1.393 le richieste pervenute alla Filcams Cgil di Brescia nell’ambito delle procedure di informativa sindacale previste dalle norme in materia di ammortizzatori sociali. 

14.730, per l’esattezza, sono le lavoratrici e i lavoratori coinvolti: si tratta di addetti di bar e ristoranti, dipendenti dei musei civici, degli alberghi o delle mense – a partire da quelle scolastiche –, fino ad arrivare agli addetti alla vendita impiegati nel commercio e nella moderna distribuzione organizzata.

Meno marcato, fino ad oggi, il processo, che tuttavia inizia a prendere piede in maniera simile, nelle realtà degli studi professionali e degli operatori della vigilanza privata. Come era prevedibile, quindi, l’emergenza sanitaria che stiamo cercando di affrontare avrà – e bisognerà capire per quanto tempo – strascichi economici negativi tanto nei comparti produttivi quanto nel terziario e nei servizi.

Approfondimenti dal portale Filcams Cgil Nazionale:

Ammortizzatori sociali nell’emergenza sanitaria Covid-19
Ammortizzatori sociali previsti nei settori FILCAMS
Ammortizzatori sociali informazioni su FIS e CIGD
Ammortizzatori Sociali – Indennità per i lavoratori stagionali
Ammortizzatori Sociali – Indennità per lavoratori autonomi iscritti gestione speciale Ago

I dati – per quanto parziali – raccolti dalla Filcams a Brescia evidenziano che nei diversi comparti del terziario prevalgono largamente le richieste di FIS e CIG in deroga. Fino a questo momento, infatti, sono rispettivamente, 688 per complessivi 10.127 lavoratori le prime, pari al 49,3% del totale. A queste si aggiungono le 667 richieste di intervento (pari al 47, 9%) per cassa integrazione in deroga, per un totale di 4.287 lavoratori coinvolti.

Il Fondo di Integrazione Salariale copre il 68,5% dei lavoratori totali coinvolti dall’intervento degli ammortizzatori sociali, mentre quelli coperti dalla CIGD sono pari al 29,1%. Complessivamente, questi due strumenti coprono il 97,6% della platea totale.

La cassa integrazione in deroga viene utilizzata per il 43,9% da imprese del Terziario, Distribuzione e Servizi (ivi comprese le imprese soggette a CIGS), con richieste che si attestano complessivamente a 293 per 2.510 lavoratori totali. 219, invece, risultano essere le richieste di imprese del settore Turismo-Pubblici Esercizi, pari al 32,8%, per un totale di lavoratori coinvolti pari a 1.238.

Per quanto riguarda, invece, il Fondo di Integrazione Salariale, per il 41,7% viene utilizzato da imprese del Terziario, Distribuzione e Servizi, per complessive 287 richieste che coprono 4.108 lavoratori totali. 208, invece, sono quelle presentate da imprese del settore Turismo Pubblici Esercizi, pari al 30,2%, per un totale di 3.093 lavoratori coinvolti.

Questi dati, precisa in una nota la Segreteria della Filcams di Brescia, «indicano chiaramente le difficoltà in atto nei settori di cui ci occupiamo. In diversi casi non ci troviamo semplicemente di fronte a una situazione di difficoltà congiunturale, ma siamo già alle prese con realtà in crisi, a partire dal comparto alberghiero. Senza dimenticare – prosegue la nota – che in moltissimi casi le richieste che abbiamo ricevuto riguardano piccole o addirittura micro imprese – specie nel comparto dei pubblici esercizi –, realtà che con maggiore difficoltà potranno affrontare il perdurare degli effetti negativi dell’emergenza sanitaria».

«In questo contesto ci preoccupa, infine, il futuro dei lavoratori stagionali del turismo, che rischiano seriamente di non poter lavorare nella stagione estiva, visto il sostanziale azzeramento delle prenotazioni e, conseguentemente, le previsioni estremamente negative sul fronte dei soggiorni nelle nostre località turistiche».

Approfondimenti