Giovedì 5 novembre le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo sono tornati in Piazza Paolo VI per un presidio/performance statico - nel rispetto delle norme anti-covid. L'iniziativa - promossa da Brescia unita lavoratrici e lavoratori dello spettacolo con Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Brescia - ha visto le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo portare in piazza gli strumenti del loro lavoro, simbolicamente svuotati, insieme ad alcune rivendicazioni che sono state consegnate in Prefettura.
📎 RASSEGNA STAMPA | GALLERY FOTOGRAFICA | VIDEO .
La pandemia ha imposto nuovamente la chiusura di diverse attività, tra le quali quelle dello spettacolo. Nonostante gli sforzi e la cura con cui il settore ha affrontato il difficile contesto degli scorsi mesi, nonostante dal 15 giugno a lavorare siano stati pochissimi, nonostante gli ammortizzatori sociali siano risultati insufficienti e molti lavoratori ne siano stati addirittura esclusi, nonostante tutto, siamo andati avanti.
Questo nuovo stop rischia ora di compromettere definitivamente la situazione, costringendo molti operatori a cercare lavoro altrove, con il rischio di disperdere altissime professionalità che potrebbero non tornare a lavorare nello spettacolo una volta che la crisi sanitaria sarà risolta, causando così un ulteriore indebolimento di settore già fragile. La richiesta infatti non è di un ritorno alla normalità, perché quella normalità era già di per sé il problema: si chiedono invece misure di sostegno immediate e l'apertura di un laboratorio politico/sociale/sindacale che finalmente porti al riconoscimento del settore e della categoria, e quindi alla definizione di regole proprie.
"Siamo convinti - afferma Romano Rebuschi (Slc Cgil Brescia) - che questa fase storica debba trasformarsi in una occasione per ripensare il sistema spettacolo coinvolgendo le istituzioni a tutti i livelli, certamente a partire da una riforma complessiva del settore, ma anche con l’introduzione di pratiche innovative promosse dalle istituzioni territoriali.