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filcams CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Navigare avvia i licenziamenti. È sciopero

Navigare prima rassicura e poi abbandona 83 lavoratrici e lavoratori, annunicando i licenziamenti con una indifferenza sconcertante. Oggi è scattato lo sciopero. Filcams Cgil: "Esprimiamo rabbia per quanto sta accadendo"


Licenziamento collettivo e chiusura di negozi e punti vendita all’orizzonte per i lavoratori della Manifattura Riese di Carpi, meglio nota per il brand commerciale Navigare. 

L’improvvisa messa in liquidazione volontaria dell’impresa, notizia emersa senza segni o avvisaglie sul finire del mese di aprile, lascia attoniti e disorientati 83 lavoratori, in grande maggioranza donne, che stanno assistendo alla precoce fine dell’azienda. 

Filctem e Filcams CGIL, insieme a Femca CISL, hanno tempestivamente avviato un fronte di mobilitazione, con due iniziative di sciopero nelle giornate del 5 e del 10 maggio, che hanno coinvolto tutti i dipendenti della sede e dei negozi presenti sul territorio nazionale. 

Con grande tempestività è stato aperto il tavolo di confronto regionale e il 12 maggio il liquidatore della società si è impegnato, di fronte alle istituzioni regionali, a congelare la procedura di licenziamento collettivo. Venerdì scorso, tuttavia, questo impegno è stato disatteso e la procedura di licenziamento avviata.

L’azienda continua a mostrarsi irrispettosa nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché nei confronti delle istituzioni, e continua nel suo percorso con un’indifferenza sconcertante. Per tutte queste ragioni è stato proclamato sciopero di otto ore nella giornata odierna.

"Non possiamo che esprimere la nostra rabbia per quanto sta accadendo – afferma Luca di Natale, Segretario organizzativo della Filcams CGIL di Brescia –. Questa triste vicenda mostra quanto poco valore sia riconosciuto oggi al lavoro. Siamo purtroppo abituati alle crisi aziendali, ma quando una azienda non in difficoltà economica decide di licenziare, abbandonando 83 famiglie, non si può che rimanere sbigottiti, tanto più quando le associazioni datoriali, che tanto parlano di lavoro, sembrano restare indifferenti e, quindi, complici". 

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