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G8. Vent'anni in 3 giorni

Lo speciale di Collettiva dedicato ai fatti di Genova del 2001. A distanza di venti anni, quei fatti restano ancora lì, appesi al filo della memoria. E segnano un'epoca. Per molti c'è un prima e c'è un dopo Genova. Perché il G8 fu uno spartiacque, un smacco tremendo, un’esperienza irreversibile e unica. Vissuta da giovani perdipiù, e per questo più dolorosa.


Sono passati vent'anni dal G8 del 2001. Ma la memoria fa male, e in bocca resta ancora un sapore amaro. Di quello che è materialmente successo, per strada e sotto la luce sporca del neon di scuole e caserme, oggi sappiamo tutto. O quasi. Conosciamo la dinamica degli scontri di piazza, delle cariche e delle manganellate, della morte di Carlo Giuliani, della “macelleria messicana” alla Diaz, delle torture nella Bolzaneto. Ci sono anche delle sentenze, poche e di basso profilo a dire il vero, imbrattate da lunghi depistaggi, fabbricazione di prove false, e una fitta nebbia di reticenze e omertà. Ma comunque con il bollo della Cassazione e il corredo di una miriade di filmati, immagini, audio e testimonianze. Quei fatti, però, restano ancora lì, appesi al filo della memoria. E segnano un'epoca. Per molti c'è un prima e c'è un dopo Genova. Perché il G8 fu uno spartiacque, un smacco tremendo, un’esperienza irreversibile e unica. Vissuta da giovani perdipiù, e per questo più dolorosa. 

📎 LO SPECIALE DI COLLETTIVA .

Il commento di Maurizio Landini a vent'anni dal G8 del 2001: "A Genova sfilò un grande movimento di massa che metteva in evidenza i rischi di una globalizzazione governata dagli interessi dei grandi centri di potere. Le persone, le associazioni che manifestarono nel capoluogo ligure erano portatori di idee e valori diversi: lavoro, diritti, giustizia sociale. C’era la consapevolezza - prosegue Maurizio Landini - della portata globale dei problemi aperti e dei processi in atto e, al tempo stesso, la volontà di agire localmente per affermare, attraverso esperienze concrete, una idea diversa di sviluppo. Vi era, inoltre, una domanda di democrazia e di partecipazione alternativa alla concentrazione del potere economico e finanziario. Quel movimento fu duramente represso. Una pagina buia della democrazia italiana. Quelle idee e valori sono però oggi più che mai attuali, a partire da un nuovo protagonismo del mondo del lavoro quale fattore decisivo per dare corpo a un nuovo progetto di società". Qui il commento integrale del segretario generale della Cgil. 

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