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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza

Le lavoratrici e i lavoratori dopo la fase più acuta del Covid hanno contribuito all’aumento costante dell’economia (per sei trimestri) senza la dovuta redistribuzione dei proventi di questo aumento e ora stanno pagando e pagheranno la fase di calo già in atto e che si acuirà nel 2023. Cgil: occorre intervenire urgentemente


La nota Nadef aggiorna il Documento di economia e finanza (Def) presentato dal Governo all’inizio di aprile 2022. La nota NADEF 2022, come scrive il Governo nel comunicato stampa emesso dopo il Consiglio dei Ministri del 28 settembre 2022, “delinea lo scenario a legislazione vigente senza definire gli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il triennio 2023-2025”, ribadendo che le successive misure di politica economica saranno decise dal prossimo Governo, a partire dalla Legge di Bilancio 2023.

L’analisi riporta l’andamento dell’anno 2022 e delinea le prospettive economiche e finanziarie per l’anno 2023, in particolare:
"L’economia italiana ha registrato sei trimestri di crescita superiore alle aspettative; le prospettive adesso risultano meno favorevoli in ragione del marcato rallentamento dell’economia globale e di quella europea, principalmente legato all’aumento dei prezzi dell’energia, all’inflazione e alla situazione geopolitica.
Per l’anno in corso, si prevede che il livello tendenziale del prodotto interno lordo (PIL) aumenti del 3,3%, dal 3,1% contenuto nello scenario programmatico del DEF in aprile, grazie alla crescita superiore al previsto registrata nel primo semestre e pur scontando una lieve flessione del PIL nella seconda metà dell’anno. Inoltre, per effetto del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrati quest’anno, si prevede che l’indebitamento netto (deficit) tendenziale scenda dal 7,2% del 2021 al 5,1% del 2022, un livello inferiore all’obiettivo programmatico definito nel DEF, pari al 5,6%. Anche il rapporto debito/PIL è previsto in netto calo quest’anno, al 145,4% dal 150,3% del 2021, con un ulteriore sentiero di discesa negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025.
Nel 2023, a causa dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, la crescita tendenziale prevista scende allo 0,6% rispetto al 2,4% programmatico del DEF di aprile; l’indebitamento netto tendenziale a legislazione vigente viene previsto al 3,4%, inferiore all’obiettivo programmatico del 3,9% del DEF."

Da questo comunicato emesso dal Governo si comprende come le lavoratrici e i lavoratori dopo la fase più acuta del Covid hanno contribuito all’aumento costante dell’economia (per sei trimestri) senza la dovuta redistribuzione dei proventi di questo aumento e si comprende altrettanto che stanno pagando e che pagheranno la fase di calo già in atto e che si acuirà nel 2023.

La Cgil ha già proposto alle forze politiche, prima e dopo le elezioni, l’apertura di un confronto con le Organizzazioni sindacali per affrontare le situazioni di emergenza immediate e le situazioni da gestire nel breve periodo in merito ai problemi strutturali che riguardano chi lavora, chi è in pensione e chi è alla ricerca di una occupazione. Un primo elemento di confronto riguarda la stesura della Legge di Bilancio e la possibilità di redistribuire prima della fine dell’anno altre risorse provenienti dall’andamento positivo delle entrate per affrontare le difficoltà in cui incorrono lavoratori e pensionati. 

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