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Grancasa Desenzano, proclamato nuovo stato di agitazione

Incertezza sul futuro dei dipendenti, la Filcams proclama lo stato di agitazione


Proclamato un nuovo stato di agitazione per i 30 lavoratori dello store Grancasa di Desenzano. Le rassicurazioni dell'azienda, di pochi mesi fa, sembrano ora smentite dai fatti: è stata pagata solo metà della retribuzione mensile, già dimezzata per effetto dell'ammortizzatore sociale, e si stagliano nubi nere sul futuro dello storico punto vendita, aperto dal 1984. 

Come spiegato dalla segretaria Filcams Cgil di Brescia, Chiara Provinciale, «a confermare la drammaticità della situazione ci sono anche le azioni ufficiali compiute nelle ultime settimane dal gruppo, che attraverso i suoi canali è già alla ricerca di un acquirente, anche considerato che oggi i negozi attivi sono 13 e solo l'anno scorso erano 17, testimoniando di un trend negativo che pare irrefrenabile».

«L'azienda aveva garantito un futuro per il negozio di Desenzano - scrive la Filcams Cgil - che era stato ricompreso nel novero dei punti vendita sui quali sarebbero state operate migliorie e ristrutturazioni, in una prospettiva di conservazione dei posti di lavoro. Le notizie apprese dall'incontro di martedì, relative tanto all'improcedibilità del piano industriale di risanamento quanto all'impossibilità di integrale corresponsione degli stipendi di luglio, spalancano la porta allo sdegno per il comportamento dissimulatore dell'azienda». 

La crisi Grancasa si trascina da anni: lo store di Desenzano è gestito dalla società Il Mercatone di Desenzano srl, gruppo Grancasa, che ha già chiuso il negozio di Mantova. Ora, chiosa il sindacato, «il futuro appare tragico non solo sul piano dell'occupazione, ma anche del pieno soddisfacimento dei crediti retributivi».

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