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Immigrazione, i ritardi che ostacolano la legalità

"Tempistiche e costi necessari al rinnovo dei permessi di soggiorno determinano l’emergere di grossi disagi: Brescia, da sempre capitale per la lotta ai diritti dei migranti, porterà avanti ancora una volta questa battaglia". Il comunicato della Fillea Cgil di Brescia.


Le politiche migratorie del governo Meloni sembra siano concentrate esclusivamente sugli sbarchi nei porti italiani, tralasciando ciò che - a ben vedere - può essere considerata la causa, per molti, che ha portato a scegliere la via del mare come unica strada per raggiungere il nostro Paese. Sono infatti due le principali condizioni che determinano l’emergere di grossi disagi, innanzitutto le tempistiche e i costi necessari al rinnovo dei permessi di soggiorno. Con una spesa di minimo €90 a persona, €30 per figlio, e un’attesa di dieci mesi per le impronte digitali e di ulteriori quattro mesi per il rilascio del permesso fisico, i lavoratori migranti (circa il 50% degli operai e degli impiegati nel settore Edile bresciano), hanno difficoltà sostanziali lavorative, come ad esempio le non consentite assunzioni con ricevuta superati i quattordici mesi dal rilascio. Inoltre nella circostanza in cui nasca un figlio, il genitore al quale è scaduto il permesso di soggiorno non può provvedere al rilascio del documento intestato al minore appena nato e non ha, inoltre, il diritto di rientrare, nemmeno per un breve periodo, nel proprio Paese di origine. 
È inaccettabile che oggi, con la tecnologia in uso (SPID, carta di identità elettronica, gestione delle prenotazioni online…), sia permessa una spesa di denaro e di tempo così eccessiva. 
Anche per il ricongiungimento famigliare è in atto un sopruso. Gli ostacoli che incontrano i cittadini immigrati nel tentativo di permettere il ricongiungimento sul territorio italiano con la propria famiglia sono molti, il primo su tutti sicuramente è relativo alle tempistiche: sono previsti minimo due anni di attesa, un anno per il rilascio del nulla osta e un altro anno per ottenere un appuntamento con l’Ambasciata al fine di ottenere il visto. Molte persone non hanno la possibilità di attendere questo tempo, vedendosi quindi costretti a intraprendere “il viaggio della speranza”, mettendo donne, bambini e uomini in mano ai trafficanti, su precari e pericolosissimi barconi.
Brescia, grazie alle Organizzazioni sindacali, CGIL-CISL-UIL, le Associazioni e la Società civile è sempre stata considerata la Capitale per la lotta ai diritti dei migranti e porterà avanti ancora una volta questa battaglia.

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