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Sfratti, tornano i segnali di allarme

Le prospettive, per Cgil Sunia, non sono ottimistiche. Anzi, la situazione è già ora preoccupante, e all’orizzonte non ci sono certo segnali positivi che lascino ben sperare. Leggi l'articolo uscite sul Giornale di Brescia e Corriere.


Il leitmotiv è sempre più frequente: a Brescia le politiche abitative sono un’emergenza. Eppure si direbbe che lo scenario sia in miglioramento, stando ai dati diffusi dal Viminale sugli sfratti eseguiti e richiesti nel 2022. 

Come va letto allora il singolare dato? A rispondere è Simone Cardin di Cgil Sunia Brescia, la principale associazione di inquilini ed assegnatari: «Bisogna sottolineare che il 2020 e il 2021 sono stati due anni di transizione per lo stop agli sfratti a causa della pandemia. Nel 2022 sicuramente abbiamo assistito ad una tenuta che è il frutto da una parte di accordi provinciali siglati nel tempo e dall’altra del tavolo della Loggia. Abbiamo però anche qualche perplessità sui dati del ministero che ci sembrano spesso troppo universali. Dal nostro osservatorio i dati del 2022 sono in linea con quelli del 2019, l’ultimo anno pre pandemia». E mentre nel Bresciano i fascicoli aperti paiono diminuiti, nello stesso 2022 si registra un più 262% di sfratti eseguiti (pari a 747) ma anche le richieste di esecuzione di sfratto presentate ad ufficiali giudiziali, cresciute del 183% – a confermare lo sblocco post-emergenza sanitaria.

E le prospettive, per Cgil Sunia, non sono ottimistiche. Anzi, la situazione è già ora preoccupante, e all’orizzonte non ci sono certo segnali positivi che lascino ben sperare. «Quest’anno gli strumenti di tutela si sono ridotti – spiega il segretario generale dell’associazione bresciana Angelo Andreoli -, i contributi della Regione all’edilizia pubblica Aler sono stati tagliati del 90%. Questo porterà probabilmente ad un inasprimento delle disuguaglianze e delle difficoltà sociali. Anche perché i contributi assorbivano almeno un 10% degli sfratti, che ora verrà meno». Benzina sul fuoco di una brace già incandescente. Ma a Brescia c’è effettivamente un’emergenza abitativa? «Il problema esiste - conclude Andreoli -: per i bandi di Aler e del Comune il rapporto è di dieci a uno. Secondo l’Istat solo nel capoluogo ci sono 12mila alloggi sfitti. Quindi significa che c’è una volontà di lasciarli vuoti».

Per Cgil, Sunia e Udu è insomma necessaria una strategia complessiva per affrontare con risorse adeguate i nodi del disagio abitativo. L’appello è a rifinanziare il Fondo di sostegno per l’affitto e il Fondo per la morosità incolpevole, incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, integrare l’edilizia pubblica con quote di Edilizia residenziale sociale (Ers), realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio e rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare il canone concordato e favorire le locazioni di lunga durata.

📎 ARTICOLO GDB 14 OTTOBRE 2023 .
📎 ARTICOLO CORRIERE BS 29 SETTEMBRE 2023 .

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