Un’attività essenziale, quella della vigilanza privata, eppure non si direbbe, a giudicare anche dalle testimonianze raccolte da Simona Caleo in un articolo pubblicato su Rassegna Sindacale del 30 marzo 2020. Una situazione, quella dei lavoratori, che conosciamo bene anche a Brescia.
Guardie Giurate praticamente ovunque – in porti e aeroporti, agli ingressi nei supermercati, a sorvegliare le attività chiuse, ai varchi di accesso degli ospedali – eppure invisibili. E, purtroppo, non sono gli unici a rimanere nel buio, perché – come sottolinea in una nota la Filcams Cgil Brescia – «è normale andare a fare la spesa e trovare banchi ben riforniti e gli addetti presenti nelle corsie e alle casse; è normale trovare pulito un ospedale, come è scontato che i pazienti possano consumare ogni giorno un pasto caldo preparato. Così pure è scontato trovarsi di fronte una guardia giurata, andare a fare un prelievo bancomat e in pochi secondi ritirare i soldi per le necessità quotidiane».
Eppure, dietro a questa normalità c’è il lavoro quotidiano di tante lavoratrici e tanti lavoratori della vigilanza privata, degli appalti di pulizie e della ristorazione, della grande distribuzione.
Proseguendo l’iniziativa unitaria già avviata nelle settimane precedenti, questa volta le tre federazioni di categoria – di concerto con le rispettive confederazioni – hanno scritto al Prefetto Visconti. La lettera è stata inviata non solo per sottolineare che permangono nel settore della vigilanza privata criticità legate alle insufficienti misure di prevenzione, protezione e sicurezza dei lavoratori, ma anche che le Guardie Giurate oggi hanno di fronte anche un problema amministrativo: quello dei tempi di rilascio, rinnovo e voltura dei porti d’arma che, se non tempestivamente affrontato e risolto, espone i lavoratori al rischio di rimanere privi di lavoro e retribuzione.
In una fase – quella attuale – nella quale molte aziende stanno attivando gli ammortizzatori sociali, il paradosso è che l’eventualità di perdere il posto di lavoro rischia di determinarsi – sottolinea la Filcams – non a fronte di situazioni di crisi, ma per un problema di carattere amministrativo. Da qui la richiesta di intervento alla Prefettura e la richiesta ai vari Istituti di collaborare affinché tali rischi siano scongiurati.
Intanto prosegue il lavoro di Filcams, Fisacat e Uiltucs Brescia a fianco dei delegati nei vari istituti, per ottenere le misure di tutela necessarie sul fronte della salute e sicurezza dei lavoratori, anche in relazione a quanto previsto nelle recenti decretazioni d’urgenza emanate dal Governo e nel Protocollo sottoscritto con le Parti Sociali lo scorso 14 marzo.
Il testo integrale della lettera inviata al Prefetto di Brescia