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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Iveco. Massiccia adesione allo sciopero con assemblee

In marzo l'incontro al Ministero per il rilancio. Poi l'annuncio della revisione del piano industriale. CNH Industrial non venga meno ai suoi impegni e garantisca accordo e futuro a partire da Brescia e Lecce. 


Massiccia adesione dei lavoratori della Iveco allo sciopero di due ore con assemblea proclamato nell’ambito delle 8 ore decise a livello nazionale in seguito alle dichiarazioni dell’azienda nell’incontro tenuto al ministero dello sviluppo economico il 24 Giugno scorso. La proprietà ha infatti comunicato di voler rivedere il piano industriale illustrato a fine 2019, supportato dall'accordo quadro dello scorso 10 marzo: un programma che, per quanto riguarda il sito di via Volturno, tra l'altro, ha prospettato un investimento di 65 milioni di dollari in cinque anni e uno sforzo importante sul fronte dei veicoli elettrici. Impegni rimessi in discussione dalla società lo scorso 24 giugno a causa del calo degli ordini registrato in conseguenza dell'emergenza provocata dal Coronavirus.

Massiccia adesione per le prime due ore di mobilitazione con assemblea - dalle 8 alle 10, dalle 14,15 alle 16,15 e dalle 22 alle 24 a seconda dei turni - si inseriscono nel pacchetto di otto ore da concretizzare entro questo mese.

Ulteriori iniziative saranno decise la prossima settimana.

LEGGI IL COMUNICATO DELLA FIOM-CGIL BRESCIA

 

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Di seguito il comunicato di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr del 24 giugno

Nell’incontro tenutosi oggi al Ministero dello Sviluppo economico CNH Industrial ha illustrato la situazione industriale e spiegato a che punto è l’applicazione dell’accordo quadro di gruppo del 10 marzo 2020.

Le azioni decise per Pregnana, che purtroppo come noto cesserà la produzione il prossimo anno e su cui è in corso un confronto in sede regionale per la reindustrilizzazione, e per San Mauro, che sarà riconvertito in polo logistico, proseguono come da accordi locali necessari a garantire ai lavoratori l’occupazione. Negli altri stabilimenti l’attività sta riprendendo non senza problemi a causa della caduta della domanda, ma in alcuni settori c’è una ripresa di mercato. A Foggia e a Torino motori c’è una ripresa produttiva, ma su Foggia resta la spada di Damocle del venir meno della commessa FCA. Più pesante è invece il ricorso agli ammortizzatori sociali a Torino driveline. Anche a Modena e a Jesi le proiezioni produttive sono abbastanza confortanti nonostante l’impatto dell’emergenza Covid. Iveco Defence ha avuto fermate assolutamente ridotte e dunque non presenta al momento particolari problematiche. Anche a Suzzara e a Piacenza i volumi produttivi si stanno riprendendo. È a Brescia e a Lecce però che si hanno i principali segnali di allarme, tanto che CNHI ha dichiarato di star riconsiderando la loro posizione e il loro piano industriale. Più in particolare a Brescia, per cui sono stati programmati nuovi investimenti, e a Lecce, per cui nessuna riorganizzazione è stata prevista e anzi era stato immaginato un robusto incremento dei volumi, si registra una forte sofferenza dovuta al calo degli ordinativi, che sta spingendo addirittura la Direzione aziendale a riconsiderare il piano industriale.

La presa di posizione aziendale è evidentemente molto grave poiché mette in discussione gli impegni presi con l’accordo quadro del 10 marzo e getta un’ombra sul futuro dello stabilimento di Brescia, con 2.000 dipendenti, e dello stabilimento di Lecce, con 700 dipendenti.

Il Governo deve assolutamente intervenire prima che sia troppo tardi e interloquire con i vertici aziendali e sindacali, anche perché sussiste il timore che altri Paesi europei possano attirare gli investimenti previsti per l’Italia. È da tempo che stiamo avvertendo le Istituzioni dei rischi di desertificazione industriale del settore automotive aggravato dalla emergenza covid e dal fatto che l’Italia continua a essere priva di una politica industriale.

Per queste ragioni chiediamo la immediata convocazione di un tavolo con i ministri Patuanelli e Catalfo.
A CNH Industrial chiediamo l’integrale rispetto dell’accordo del 10 marzo 2020.

Si dichiara lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti, con un pacchetto di riferimento di otto ore di sciopero da effettuare nel mese di luglio.

Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr

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